Vicari definisce la creatività come:
"il risultato delle condizioni nelle quali si trova l'intera organizzazione" (Vicari, 1998) |
- Non è determinata dalle singole creatività individuali
- Non è la somma delle creatività individuali
- È il contesto che esalta le sinergie
Binning definisce la creatività come:
"... l'attitudine evolutiva di un sistema" (Binning, 1991) |
Questa definizione racchiude tre concetti fondamentali:
- Attitudine: è strettamente connessa con l'idea che la creatività non sia solo una condizione ma che sia la capacità di modificare, cambiare, innovare. Ogni sistema ha questo tipo di attitudine al cambiamento.
- Sistema: ha a che fare con il soggetto della creatività, cioè il sistema. Non sono soltanto gli individui che possono essere definiti creativi, ma possono esserlo anche i sistemi sociali, le organizzazioni, le imprese dal momento che tutte quante richiedono l'attitudine al cambiamento.
- Evoluzione: il cambiamento è necessario ma non è una condizione sufficiente per definire la creatività.
La creatività implica il fatto che i sistemi sono capaci di auto-evolvere senza nessun intervento esterno. Quindi, potremmo definire un sistema come creativo nel caso fosse in grado di evolvere in maniera non nota, non predeterminata e non definibile. In altre parole non è possibile prevedere il comportamento di un sistema solo considerando i suoi input.
(Una volta identificati i soggetti della creatività, cioè gli individui, le organizzazioni e in generale i sistemi, ora potremmo provare a definire la creatività organizzativa e la sua relazione con quella individuale. Vicari [1], un professore dell'Università Bocconi di Milano, afferma che la creatività organizzativa non corrisponde a quella individuale. In particolare essa non è determinata e non è la somma delle creatività individuali, ma è il risultato di quelle che sono le condizioni organizzative).
Ad esempio un pittore o un filosofo, che lavorano all'accademia delle belle arti o all'università, sono individui creativi, ma non rendono queste istituzioni creative. Ciò che è importante non è la quantità di creatività in una organizzazione, ma il contesto relazionale e sociale dove lavorano gli individui.
Inoltre la creatività organizzativa potrebbe anche fiorire da un livello più basso di creatività individuale. Per esempio le imprese Giapponesi hanno mostrato, fin'ora, un'eccellente capacità creativa in diverse industrie anche se esse hanno un ambiente organizzativo che non supporta l'iniziativa individuale ma favorisce il coordinamento del team.
Quindi potremmo dire che non c'è relazione biunivoca tra creatività individuale ed organizzativa. Ancor più potremmo classificare le organizzazioni secondo le possibili combinazioni tra creatività individuale ed organizzativa. Infatti le organizzazioni possono lavorare utilizzando un basso o un alto livello di creatività e allo stesso modo i loro impiegati possono essere creativi o meno.
Tab. 2.1 - Tipi di creatività
Creatività individuale |
|||
bassa |
alta |
||
Creatività organizzativa | alta |
|
|
bassa |
|
|
[1] S. Vicari, La creatività dell'impresa. Tra caso e necessità, Milano, Etas Libri, 1998.
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